Santissimo Sacramento dell’Eucaristia: Comunione e Ringraziamento
Cara Sorella e caro Fratello,
in questo lungo tempo di forzata quarantena ti sei resa/o vicina/o al tuo prossimo attraverso l’uso dei moderni mezzi di comunicazione, in svariati modi creativi, opportuni ed efficaci.
La tua presenza partecipata è stata certamente più viva ed efficace nella Celebrazione del Sacramento della Santissima Eucaristia.
Sappiamo che questo Segno Sacramentale è “Fons et Culmen” della nostra Vita di Fede e che è il più Completo Evento di Ringraziamento che si possa elevare a Dio Santissima Trinità.
Vorrei ricordare a me stesso un’altro sostantivo con il quale definiamo il medesimo Santissimo Sacramento: “Comunione”.
I due termini si legano reciprocamente, anzi l’uno sta nell’altro e ne è la conseguenza.
È la Comunione, infatti, che mi pone nella condizione, direi nella “Buona e Giusta”, nonché “Gioiosa necessità”, di rendere Grazie a Dio per l’Immenso Dono di Riconciliazione ricevuto attraverso il poter riacquisire e sperimentare, sia pure in parte consapevolmente, l’Originale Innocenza un tempo smarrita, ed ora espressa e condivisa nel Sacramento dell’Unica e Indissolubile Unione con Dio “Padre, Figlio e Spirito Santo”, con me stesso “rialzatomi e in cammino verso il Padre “, con il Creato che è “Cosa Buona”, e con gli Uomini e le Donne che sono “Cosa Molto Buona” in quanto, non solo creati a Immagine e Somiglianza di Dio ma, come Te e me, Suoi Figli e nostri Fratelli e Sorelle!
A questo punto, cara Sorella e caro Fratello potresti, opportunamente dirmi: “ Quanto scrivi lo so già ”. Non posso che darti ragione.
E avresti, anche, il diritto di chiedermi: “Dove vuoi arrivare ?”
Particolarmente e più intensamente in questo tempo di distanza fisica mi sono chiesto: “Come è possibile celebrare e appartenere al Santissimo Sacramento di Ringraziamento se non cerco di essere in Comunione, con Ciascuno dei miei fratelli e sorelle?”
Mi riferisco non solo al Ringraziamento che elevo a Dio per la Comunione Spirituale che viene da Lui e ci fa l’un l’altro compagni per Suo dono, senza che io faccia alcuna fatica, ma anche al Ringraziamento per l’esperienza della Comunione nella Carne che, per mezzo della Grazia di Dio e la mia “volontaria e faticosa metanoia”, fa sì che sia liberato dall’ignoranza che genera il male della discordia.
Desidero citare una frase di San Giovanni Paolo II, che mi ha accompagnato in questo tempo: “Il compito più importante non è quello di trasformare il mondo, ma quello di trasformare se stesso.” Alla luce di quanto dice il Papa comprendo che devo lasciare che il Sacramento della Santissima Comunione Eucaristica mi trasformi secondo il Cuore di Gesù Cristo, per mezzo della Forza dello Spirito Santo, in piena Armonia con la Volontà di Dio Padre.
Nella condivisione della Sua Ultima Cena terrena, Gesù ha voluto celebrare la Prima Pasqua di Resurrezione, Prima Festa della Universale, Unica e Indissolubile Comunione, in Ringraziamento al Padre : “Mio Signore e mio Dio!”.
A me, adesso, la Felice Fatica di “coltivare e custodire”, con il sudore del mio sacrum-facio, espresso lungo il cammino della vita, questo Incommensurabile Dono che mi è stato elargito e affidato Gratuitamente.
Non è forse la Coscienza della Fragile Comune Umanità, la Forza della Fede Comune, la Speranza dell’Amore – espresso nella quotidiana esperienza del Perdono Reciproco – che ci fa degni di elevare al cielo le nostre mani unite e di rivolgere a Dio la nostra Comune Preghiera: “Padre nostro…?”
Cara Sorella e caro Fratello ho riflettuto ed ho cercato di discernere se fosse volontà di Dio metterTi a conoscenza di questa mia riflessione e non altro. Quello che mi ha fatto decidere di comunicarla è il desiderio di raggiungerti. Ti ringrazio per la accoglienza che vorrai usarmi e sono certo perdonerai la mia umana fragilità.
Ti abbraccio. Buona Vita!
Domani, 3 Maggio 2020, IV Domenica di Pasqua, la Chiesa venera i Santi Apostoli Filippo e Giacomo il minore.
Facciamo nostra la Parola che Dio ha Loro trasmesso:
« Dove troveremo sufficiente pane per sfamare tanta moltitudine? »
( San Filippo Apostolo )
« La fede senza le opere è morta! »
( San Giacomo Apostolo )