Avvento 2019

“Vegliate dunque…tenetevi pronti !”
Nella vita occorre avere il dono della sapienza, che suggerisce come “interpretare” o “dare senso e verità” alla esistenza quotidiana.
Ho una sola responsabilità: imparare a vivere ogni istante, come l’unica opportunità per dire “sì” a Dio.
In questo mi aiuta la liturgia della Chiesa, che invita ad iniziare da capo, seguendo la Storia della Salvezza.
Infatti, oggi la Chiesa dà inizio al tempo di AVVENTO, ossia l’attesa della venuta del Signore, vero inizio di una storia nuova dell’uomo, che, “ingannato” dal serpente, aveva rifiutato Dio per “farsi Dio”, ritrovandosi “nudo” in tutto, con un’esistenza senza Dio e, perciò, senza senso.
Il grido accorato di Dio: “Uomo, dove sei?” sembra risuonare ancora oggi.
Quante volte continuerò a rispondere: “Mi sono nascosto, perché sono nudo!”
È questa la mia grande infelicità. Essa diviene un baratro di ferocia, l’opposto della bellezza e bontà dell’amore.
Ma se io rifiuto Dio, il Padre non si rassegna, perché è Amore e “pensa” la sua offerta di riconciliazione.
Questo tempo di Avvento è l’attesa incredibile che Dio venga a me donandomi il Figlio, fattosi uomo per salvarmi.
Il Padre non si dà pace se non ha con Sé, a Casa, tutti i suoi figli.
La verità è che io, perché figlio del Padre, anche se non voglio ammetterlo, sento, se sono onesto, la nostalgia del Padre, a meno che il mondo, con l’astuzia del serpente, non sia riuscito a cancellare Dio e quindi a rendermi “nudo” senza più casa e fine!
Fa davvero impressione e stupisce, come Dio mi ami così tanto, da non darsi per vinto, e continui a cercare in tutti i modi di farsi vicino, con la delicatezza dell’amore, che “bussa”, perché vuole suscitare in me il desiderio di Lui.
Il più grande male è non sentire più la nostalgia del Padre.
Sono povero, ultimo, emarginato, malato, carcerato, profugo, abbandonato, infelice, se rischio di “banalizzare” il Natale di Gesù, esperienza che mi prepara, nell’Attesa, al Suo meraviglioso e definitivo ritorno.
Padre Antonio Zito